In questo post vi racconto come è nato il progetto di ristrutturazione (con cambio d’uso) di un locale produttivo in abitativo con la creazione di due monolocali e un bilocale e di come abbiamo sviluppato un “format” di monolocale spazioso e funzionale per creare mini case in grado di offrire comfort, lifestyle e spazio per la convivialità.
Dall’idea al progetto
Come molte cose della vita, anche questo progetto è nato da un guizzo, un’idea improvvisa, partendo dalla necessità di valorizzare una grande metratura, ristrutturarla e destinarla alla locazione. Le nostre città si stanno urbanizzando sempre di più, inglobano le periferie e ci sono zone, interi quartieri, che si trasformano: uffici e negozi lasciano spazio a nuove abitazioni, in particolare i piccoli appartamenti per single o coppie, tipologia di casa che, soprattutto dopo la pandemia, è sempre più richiesta dal mercato.
Il locale aveva subito una prima totale ristrutturazione nel 2006. Questa volta però, il cambio è stato davvero radicale: da un locale produttivo si è passati a un abitativo… anzi tre: 2 monolocali e 1 bilocale. Quello che vi racconterò, in questo post, è di come abbiamo ideato il nostro “modello” di monolocale spazioso e funzionale e lo abbiamo declinato ad entrambi i monolocali.
Se vai di fretta, guarda uno dei Mini Loft in questo Reel.
Se hai più tempo, continua a leggere questo post…
Target e format
Per deformazione professionale e anche per metodologia di lavoro, ogni volta che mi calo in un progetto, qualsiasi sia l’ambito, tengo sempre a mente almeno due cose: per chi sto progettando, ovvero a chi mi rivolgo (chi userà questi monolocali, nel caso specifico) e come posso ottimizzare il progetto in modo che sia replicabile, fattore essenziale quando si lavora su più di un’unità, questo sia per facilitare le scelte stilistiche che la gestione degli ordini e dei fornitori. E vi garantisco che, per quanto si tratti di mini case, progettare, ristrutturare e arredare 3 appartamenti contemporaneamente è un impegno importante.
Individuare il proprio target lo ritengo fondamentale. Il format, ovvero la tipologia di casa da realizzare, serve ad intercettare il target. E il format, per funzionare, deve anche valorizzare le caratteristiche delle preesistenze che in questo caso erano piuttosto evidenti: soffitti alti (3,35 mt) e grandi travi in cemento armato a vista. Ci troviamo infatti in un edificio di origine produttiva, una vecchia fabbrica, quindi l‘anima “industriale” qui non è una moda, ma un vero e proprio contesto. L’immobile poi, si colloca in un quartiere di Bologna decisamente strategico, ad un passo dal centro storico e dall’ospedale. Unendo quindi l’anima industriale della struttura con il contesto cittadino è stato facile immaginare l’affittuario tipo: professionista (medico, ingegnere, manager), prevalentemente uomo, con poco tempo da dedicare alla casa, ma comunque alla ricerca di un ambiente sobrio, moderno, con arredi dalle linee minimali e pulite, funzionale, facile da gestire e spazioso. Con una cucina dotata di bancone per intrattenere gli ospiti, per un drink o, perchè no, anche per un appuntamento di lavoro. E per il letto? Matrimoniale, comodo (non sopraelevato, poiché non a tutti piace) ma assolutamente non a vista. E magari una cabina armadio, anche piccola, ma comunque una struttura capiente e ben organizzata.
La presenza della cabina armadio, ve lo confesso, ho poi scoperto essere stata la caratteristica più ricercata proprio dagli uomini… lo avreste mai detto? Io no, ma questa è un’altra storia…
La ricerca dei professionisti e l’inizio lavori
Fondamentale per la riuscita del progetto è trovare professionisti competenti e affidabili e creare un team di lavoro. Anche nella ristrutturazione più semplice ci saranno sempre situazioni impreviste e problemi da risolvere ed è qui che la squadra di lavoro fa la differenza. Per mia fortuna, per quanto riguarda la direzione lavori e le pratiche comunali sapevo di poter contare su una professionista esperta (oltre che amica) che, dopo un primo studio di fattibilità, ci ha anche presentato l’impresa alla quale poi abbiamo affidato il cantiere e l’intera ristrutturazione.
Definiti (all’incirca) budget ed operatività è stato il momento di arrivare alla parte più creativa di tutto il progetto, ovvero tradurre le idee (il format) in realtà, portarle su pianta, dargli forma, spazio e dimensione. Per questo mi sono affidata ad un’altra donna estremamente capace, l’architetto Raffaella Sasso dello studio di architettura e interior design di Roma As-architettura con la quale, grazie al network degli Home Style Blogs, avevo già collaborato in numerose occasioni di lavoro. Questa volta però, io ero in veste di committente ed è stato un vero piacere. Sapevo di poter contare sulla sua grande esperienza nel progettare abitazioni destinate alla locazione, dove gli spazi vanno ottimizzati al centimetro, con un occhio di riguardo al budget. E così è stato. L’attenzione alla funzionalità e alla destinazione d’uso degli ambienti da progettare non è sempre così scontata in un progetto d’interni, ma con Raffaella ci siamo intese subito, dalla prima simulazione. Siamo partiti da tre rettangoli vuoti e ne sono usciti tre piccoli appartamenti, soprannominati “Mini Lofts” per via degli alti soffitti e del loro carattere industriale. Abbiamo inserito arredi moderni, funzionali e smart, come ad esempio il letto matrimoniale a scomparsa.
Queste sono le schede di interior design di uno dei due Mini Loft
e riassumono le caratteristiche fondamentali del format
Uno spazio multifunzionale che diventa camera da letto, quando si abbassa il letto matrimoniale e si trasforma in living, quando il letto scompare e la consolle diventa un grande tavolo per 10 o più commensali.
La cucina e il bancone snack con gli sgabelli orientati verso la tv, compongono l’angolo ideale per la colazione, la pausa caffè, un pranzo veloce o per un’aperitivo con gli amici. E c’è anche posto per un divano… letto ovviamente, per ospitare un’amico di passaggio o un parente in visita. Il grande frigorifero con freezer è nascosto dietro la colonna a muro che, nella parte superiore diventa un vano per riporre trolley e valigie (e sfruttare al massimo le altezze). E infine ci sono il bagno, grande, con doccia e sanitari sospesi e la mini-cabina armadio attrezzata, sviluppata in altezza (ben 3 metri), divisi dall’area living da una porta che separa il disimpegno (con la lava-asciuga), il bagno e la cabina armadio dal resto dell’appartamento. La netta separazione di quest’area dalla zona living ha permesso di creare una sorta di “vestibolo moderno” dove potersi eventualmente cambiare in totale privacy, anche quando si hanno ospiti… perché, non dimentichiamolo, in questa casa la camera da letto è “a scomparsa” e persino il comodino si mimetizza: ha il design moderno di una cassettiera da home office e le ruote, per spostarsi agevolmente all’occorrenza.
Il tutto in soli 42 mq: magia dell’open space e dei soffitti alti ma, anche, di una progettazione razionale coniugata ad un lifestyle contemporaneo.
Le immagini del Mini Loft di 42 mq
Le immagini del Mini Loft di 44 mq
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